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La sicurezza non gioca col fuoco

DiLucia Terenzi

Feb 7, 2022

Siamo nel 2022 e ancora si sente parlare di incidenti sul lavoro. Ancora, dopo tutte le leggi, dopo tutti i corsi di formazione a cui siamo sottoposti. Dopo tutte le chiacchiere e il tanto dolore che subentra ad ogni tragico incidente. Potrebbe capitare a chiunque, ovunque. La sicurezza dov’è?

Tutti i giorni

Nel 2021 le vittime sul lavoro sono state più di un migliaio. E siamo ancora in periodo pandemico, con il lavoro che riprende a rilento. Tralasciando con tutto il rispetto possibile il personale sanitario che ha fatto fronte all’emergenza rischiando e rimettendoci la vita, il numero è altissimo.

Il settore più colpito è, da sempre, l’edilizia. Li vediamo ovunque, quelle impalcature. Tirate su frettolosamente, compaiono magicamente un lunedì mattina, proprio sulla strada che ci porta al lavoro. E quante volte passando su quel marciapiede, costretti a passare proprio su quel corridoio fatto apposta per noi pedoni, abbiamo tirato il fiato e pensato male: mica mi arriva qualcosa in testa, o mica crolla tutto proprio adesso. Un pensiero figlio di tutte le tragedie sentite e risentite in tv. E’ un timore irrazionale, il pericolo ha una percentuale irrisoria, considerando tutti le impalcature che vediamo in città.

E una volta rivista la luce in fondo al tunnel, tiriamo su il capo e li vediamo: uomini, di esperienza o alle prime armi non lo sappiamo, lavorano, urlano per comunicare, e in testa gli cerchiamo quello che noi avremmo messo passando sotto di loro. Il caschetto. Perché noi abbiamo avuto paura, ma loro no, non ce l’hanno. Siamo abituati, è il nostro lavoro, ci direbbero. E l’altezza neanche ci fa paura.

Recentissima è la tragedia del ragazzo che ha perso la vita in un’industria metallurgica in Friuli-Venezia Giulia. Sarebbe dovuto essere il suo ultimo giorno di stage, aveva solo 18 anni. I più cinici parlano di destino. Ma la realtà è che dobbiamo indignarci e capire che le regole esistono per tutelarci. Chi le aggira per aumentare i livelli della produzione, o più semplicemente perché scomode, è un potenziale assassino.

Ci sappiamo proteggere?

Abbiamo imparato, diciamo quasi tutti, a fronteggiare la pandemia con le famose regole comportamentali. Certo, la paura della malattia o della quarantena, insomma del pericolo imminente, ha sicuramente accelerato i tempi. E allora igienizziamo le mani, portiamo la mascherina coprendo anche il naso (su questo possiamo fare un articolo a parte), evitiamo le strette di mano, e tutto quello che ormai sanno anche i bambini che purtroppo stanno crescendo senza troppi abbracci.

Le abbiamo così assimilate che le compiamo involontariamente. Tentare di infilarsi una caramella in bocca con la mascherina addosso? E’ capitato a tutti.
Ma le regole nel mondo del lavoro sono difficili da comprendere, non abbiamo un pericolo di fronte, è un’ipotesi. Se siamo fortunati non ci capiterà mai nulla fino alla pensione, o finché saremo in grado di produrre.

Le industrie dovrebbero per legge tutelare i lavoratori, investire su corsi di formazione, su attrezzature idonee. Ma non dobbiamo parlare solo dell’ambiente lavorativo, anche le scuole dovrebbero tutelare gli studenti, e formarli. Chiunque, ovunque si trovi, deve essere in grado di proteggere se stesso e gli altri. Ricordiamo tutti le esercitazioni antincendio a scuola, il caos e l’ilarità generale. Si fanno anche nelle fabbriche con gli adulti, e l’ilarità è la stessa. E gli estintori chi li sa usare davvero?

Sappiamo che sono rossi, che devono essere controllati periodicamente, e forse che ce ne sono vari tipi. Niente panico, fortunatamente esistono siti come questo www.antincendiomaster.it che ci possono fornire tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per non farci trovare impreparati.
Perché la differenza tra un luogo sicuro e uno pericoloso, tra una condizione serena e una di allerta, in fin dei conti, la facciamo noi. E si, ci sono le leggi e le regole da seguire, ma è con la nostra coscienza che dobbiamo fare i conti. Essere impreparati, essere negligenti, essere indifferenti, può mettere in pericolo la vita altrui. E spegnere ogni anno così tanti sorrisi mi sembra un prezzo un po’ troppo caro da pagare.

Di Lucia Terenzi

Amo viaggiare ed esplorare nuove culture, incontrare nuove persone e provare cibi diversi. Mi piace anche leggere, cucinare e guardare film.