Il padel è uno sport che negli ultimi anni si è diffuso sempre di più nel nostro Paese; di conseguenza, sono stati realizzati sempre più campi ma soprattutto più strutture per praticare questo sport in qualsiasi stagione dell’anno.
Oggi parleremo infatti proprio delle varie tipologie di copertura campo padel, dei materiali che vengono impiegati per realizzare le coperture e di come questa sia fondamentale per assicurare una miglior resa in questa attività sportiva.
Copertura campo padel: perché è fondamentale
Se sei appassionato di padel, sicuramente saprai già che per giocare all’aperto è necessario un campo con uno spazio aperto di 10×20 metri; se invece si vuole giocare al chiuso, devono esserci almeno 7 metri di altezza libera.
Questi sono i parametri a cui prestare attenzione quando si decide di scegliere un capannone o una qualsiasi struttura dismessa per praticare il padel.
Per quanto riguarda invece la costruzione di nuovi campi padel coperti, gli specialisti del settore stanno studiando come creare dei campi perfetti per il padel, con dettagli e misure ad hoc; per il momento per i campi da padel si utilizzano le tecniche per le coperture più diffuse, ovvero la tensostruttura e la pressostruttura.
Vediamo ora più nello specifico come viene costruita una copertura campo padel.
Le tensostrutture sono la copertura campo padel più diffusa.
La tensostruttura consiste in una copertura realizzata da un telo sorretto da delle strutture ad arco solitamente in acciaio.
Il telo è una parte estremamente importante della tensostruttura e contribuisce alla stabilità di quest’ultima: infatti, proprio sul telo vengono fissate le funi che da terra si alzano con esso e si collegano a tutti gli archi.
Gli archi, poi, possono essere parabolici oppure a segmenti rettilinei e fanno da sostegno al telo.
L’altro metodo per coprire campo padel è la copertura pressostatica: si tratta di un metodo di copertura che ha avuto origine, in realtà, nel settore industriale e nell’ambito sportivo viene usato soprattutto per coprire i campi da tennis per brevi periodi.
Per la copertura campo padel questa soluzione viene usata molto meno rispetto alle tensostrutture per diversi motivi.
Il primo e più importante elemento di svantaggio della copertura pressostatica è l’assenza di una struttura di sostegno: la copertura si mantiene infatti grazie all’aria trattenuta all’interno con una leggera sovrappressione.
L’aria viene immessa tramite delle maniche a vento collegate a dei ventilatori centrifughi posti all’esterno.
Il telo, realizzato in poliestere e cosparso di pvc per farlo diventare impermeabile, deve essere ben ancorato a terra per garantire un’ottima tenuta d’aria tra la copertura e il terreno.
Come già anticipato, le tensostrutture hanno diversi vantaggi rispetto alle coperture pressostatiche.
Il primo, per esempio, è che nelle tensostrutture il telo è svincolato per buona parte dalle funzioni strutturali.
Ciò permette la realizzazione delle vetrate ai lati del telo senza grandi difficoltà, ma soprattutto garantisce una migliore aerazione all’interno e, di conseguenza, un clima più confortevole tra interno ed esterno durante la stagione estiva.
Un altro vantaggio della copertura tensostruttura è la sua stabilità; la copertura pressostatica ha sicuramente il pregio di un montaggio veloce e realizzabile in poco tempo, grazie anche alla facilità di prefabbricazione.
Ma tutto ciò comporta il problema degli agenti atmosferici: il pallone pressostatico viene ovviamente montato per le stagioni autunnale e invernale e il campo è quindi protetto, mentre quando arriva la stagione estiva non avrà più alcuna protezione dagli agenti atmosferici.
La tensostruttura, al contrario, non è facile da smontare e può al massimo essere sollevata, ma è una copertura campo padel stabile e sicura in tutti i mesi dell’anno.
Infatti, il telo può essere sollevato o meno a seconda della protezione dell’ambiente esterno di cui si ha bisogno.
Va inoltre sottolineato che con la tensostruttura si ha anche un piccolo risparmio economico rispetto alla copertura pressostatica, poiché non c’è bisogno di tenere sempre accesi i ventilatori per la sovrappressione interna.